Trento, 8 aprile 2011
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Il Presidente Mosna saluta Andrea Lucchetta ieri al PalaTrento (foto Trabalza) |
Riportiamo di seguito anche su www.trentinovolley.it l'intervista rilasciata dal Presidente della Trentino Volley e della Lega Pallavolo Serie A al sito internet SponsorNet.it, il network dei protagonisti dello sport business.
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Mosna, lo scorso anno, è stato rieletto presidente della Lega Volley: nuovo mandato e nuovi obiettivi?
"La Lega ha ogni anno nuovi obiettivi dovendosi adattare alle condizioni "ambientali" del campionato italiano che deve sottostare a dei calendari emanati dalla Confederazione Europea di Volley e dalla Federazione Internazionale di Losanna. In funzione delle date stabilite da questi organismi, dobbiamo adattare il campionato. Questo è uno dei tanti punti che deve gestire la Lega alla quale compete da molti anni la gestione del campionato su delega prevista dallo Statuto della FIPAV. Non va dimenticato che la Lega è un consorzio privato dei club di A1 e A2.
Siamo impegnati nella programmazione del prossimo campionato, che sarà all'insegna dell' "annus horribilis", per antonomasia della storia della pallavolo moderna. Il prossimo sarà un campionato ristretto, compresso a causa delle qualificazioni alle Olimpiadi di Londra. Senza scordare che il torneo di qualificazione olimpica che più condiziona il nostro campionato è in programma a novembre in Giappone, ed è attualmente in dubbio per la nota tragedia che ha colpito la zona".
Dunque la Lega più che sulle strategie è impegnata molto sull'organizzazione degli eventi sportivi?
"Mi sembra di poter affermare senza timore di smentita che il ruolo di maggior organizzatore di eventi è passato in mano alla FIPAV, evidenziando un deciso cambio di tendenza in merito. A volte ci accusano, propriamente o impropriamente, di non fare abbastanza per migliorare il movimento, investimenti media, innovazione e attenzione all'attività giovanile sono il fiore all'occhiello di questa Lega. Ma il movimento non è in mano alla Lega: la responsabilità dovrebbe essere del Coni e della Federazione. Si pensi non ci spettano di diritto dei Consiglieri Federali come accade nella maggior parte delle Federazioni e che il sottoscritto può partecipare alle riunioni del Consiglio Federale, ma senza diritto di voto. E' difficile, se non impossibile, incidere in maniera sostanziale se non si è dentro alla stanza dei bottoni".
A proposito di eventi e di visibilità del movimento, i Mondiali di Volley organizzati in Italia nel 2010 non hanno avuto il successo sperato. Si è persa un' occasione importante.
"Certo! Non vedo riscontri da questo mondiale, non vedo risultati e inoltre non conosco il conto economico finale. Ma non voglio fare polemiche".
I continui impegni delle competizioni legate alle nazionali rappresentano un problema?
"Sicuramente si. Un campionato di club è la palestra di preparazione degli atleti anche per le nazionali: deve perciò essere continuo. Le coppe europee ed intercontinentali potrebbero invece avere una cadenza diversa. Ma c'è sempre l'aspetto economico che regola il mondo in generale e dunque anche lo sport. Gli interessi della FIPAV sono diversi dagli interessi dei club. Non è una polemica ma è un dato di fatto. Il vero grande problema è la difficoltà di dialogo "economico" tra le esigenze dei club che preparano gli atleti e le Federazioni che gestiscono politicamente il movimento. È ora di metterlo in evidenza poiché il problema sta esplodendo; esempio lampante è l'abbandono della Benetton, segnale estremamente negativo".
Giusto, mettiamolo in evidenza.
"Penso che se la Federazione avesse reso il sistema più importante dando ai club privati i giusti meriti e il giusto spazio, probabilmente oggi ci sarebbe stata la possibilità di mantenere vivo l'interesse di famiglie come quella della Benetton. Non possiamo permetterci di perdere altre risorse nel nostro movimento pena la caduta libera del nostro sport. I dati di ascolto dei network televisivi internazionali sono in grandissima crescita, e ciò cozza non poco con la situazione italiana. Facciamo fatica a mantenerci su livelli che ci competono. L'interesse per il nostro campionato è enorme; quest'anno abbiamo firmato un contratto con Eurosport grazie al quale 47 nazioni europee potranno guardare le nostre partite in diretta una volta alla settimana. Non è cresciuto il movimento italiano ma è cresciuto il campionato italiano".
Che significato ha per voi in termini economici la partnership con Eurosport?
"I Vantaggi economici diretti sono pochi perché non abbiamo grandi introiti dal contratto. Tale collaborazione è però è un segnale estremamente importante per i nostri sponsor. Possiamo cercare sponsor di rilievo, che abbiano interessi di visibilità al di fuori dei confini nazionali. Abbiamo contratti anche con ESPN Brasile e Al Jazeera che copre tutto il Medio Oriente. Inoltre i dati Auditel Rai sono molto interessanti: superiamo varie squadre di Serie B di calcio e abbiamo numeri maggiori del basket".
In media quanti spettatori registrate sul digitale terrestre?
"In media dai 50 ai 150mila spettatori, dati che per il digitale terrestre sono altissimi e che superano di 5-6 volte i dati che registravamo con Sky. Ripeto: il nostro è un campionato di grande valore".
L'assegnazione delle recenti finali della Champions League della CEV è stata un grandissimo successo. Che impegno ha richiesto dal punto di vista economico organizzare un tale evento?
"È stato un grandissimo impegno economico che abbiamo cercato di sostenere con sponsor ed incassi, ma sapevamo in partenza che non saremmo riusciti a coprire tutti i costi. Si tratta di un budget importante. Solo i diritti che spettano alla Federazione sono 200mila euro per l'iscrizione e 50mila per il title sponsor".
Le finali di Bolzano hanno messo anche in evidenza come per i grandi eventi occorrano palazzetti all'altezza: state monitorando la progettualità dei vostri consorziati?
"I palazzetti sono in evoluzione proprio come i club. Vanno sicuramente migliorati, bisogna lavorare sull'ospitalità, sulla sicurezza, sulla capienza, sulle aree per i bambini. Non è così semplice perché le pubbliche amministrazioni sono restie agli investimenti. Questo è uno dei tanti problemi da affrontare".